hospitality. Quella di Ca’ da Mosto, fra i più antichi palazzi del Canal Grande con la sua maestosa architettura veneziano bizantina del XIII secolo, è la storia di una rinascita. Grazie alla capacità di visione di Alessandro e Francesca Gallo, questa nobile dimora di quattro piani è diventata oggi il Venice Venice Hotel. Un innovativo concetto di boutique hotel, meta ideale per un pubblico di viaggiatori colti ed evoluti, ma anche clubhouse per la vivace comunità artistica e creativa che anima la città sull’acqua. In uno scenario impreziosito da antichi arazzi e soffitti lignei, oltre che dalla magnifica vista sul ponte di Rialto e il mercato vecchio, l’hotel accoglie una interessante selezione di arte contemporanea. “Ogni spazio racconta la visione di un artista o di una corrente che ha contribuito a segnare l’arte contemporanea negli ultimi settant’anni”, spiega il designer Alessandro Pedron a cui è stata affidata la progettazione degli interni. Lavori di grande impatto di artisti come Francesco Simeti, Pol Polloniato e Fabio Viale si alternano a pezzi di Joseph Beuys, Giuseppe Chiari e a opere dei movimenti più influenti del secolo scorso, come l’Arte Povera e il Design Radicale.
L’ originale contrasto fra antico e moderno degli spazi condivisi, lascia il posto nelle suite a un understatement di ispirazione zen. Nella zona notte dominano le tonalità rilassanti dei bianchi, dei crema e del legno naturale. A organizzare gli spazi, eterei divisori in carta che ricordano i tradizionali Shoji giapponesi. Nelle stanze da bagno l’estetica vira verso materiali di grande forza espressiva, come il marmo nero dalle ricche venature che riveste pavimenti e pareti. Pedron, ispirandosi alle tipiche spa giapponesi Onsen, ha scelto il design accogliente e generoso della vasca Vieques di Agape, creando il luogo perfetto dove rigenerarsi dopo una intensa giornata in esplorazione delle calli veneziane.
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